PREFAZIONE DI PAOLA CELENTANO GARZYA ALLA QUATTORDICESIMA SILLOGE POETICA DI GIACOMO GARZYA, "L'AMORE COME IL VENTO", NAPOLI 2019, IUPPITER EDIZIONI.

In memoria di Fanny

Quando mio marito Giacomo ha deciso di pubblicare in
due volumi - questo, dal titolo L'amore come il vento, è il primo, l'altro, invece, vedrà la luce nel 2020 - le sue poesie edite ed inedite scritte tra il 2011 e il 2019 per commemorare il
decennale della tragica scomparsa di nostra figlia Fanny
(Napoli, 16 marzo 1983 - Castelvolturno, 6 febbraio 2008),
ho subito pensato di contribuire anche io al ricordo con
una riflessione a lei dedicata, sotto forma di lettera, affiancandomi così, in punta di piedi, alle tante poesie che Giacomo ha scritto per lei.
Cara Ninni,
sono passati dieci anni, densi, impegnativi, fruttuosi. Il dolore è sempre acuto, crescente, radicato: ti sentiamo tutti in
qualche modo presente, sicuramente in una dimensione di
beatitudine, in pace con Dio, e questo ci conforta; nello stesso tempo la tua presenza fisica, le tue gioiose manifestazioni vitali, ci mancano sempre di più.
Il tuo esempio in ogni caso ci guida e ci sprona a mantenere vivo il tuo ricordo, con un fervore improntato sul rigore morale e, per me in particolare, sul valore cristiano, il più
elevato da te concepito: eredità preziosa da custodire e mettere sempre a frutto.
"Quando busserò alla Tua porta avrò fatto tanta strada...".
Le parole di questo brano religioso, mi sono risuonate
spesso alla mente dopo il 6 febbraio 2008, quando hai lasciato questo mondo. Sì, perché nella tua breve esistenza ne
avevi percorsa di strada e non solo a piedi. Sicuramente emblematico in tal senso è stato il Cammino di Santiago, da te
compiuto nell'agosto 2006, metafora della tua stessa vita:
questa impresa simboleggia, infatti, efficacemente la tua
capacità di aver saputo affrontare e sopportare le difficoltà
con tenacia, per arrivare alla meta, la tua fiducia nel prossimo, la piena adesione al valore della libertà, il tuo amore per
la natura, che si esprimeva col tuo genuino stupore per la
bellezza del Creato, quando, per esempio, rivolgevi il viso
verso il cielo terso, per contemplarne le stelle, la tua costante, sincera, ricerca di Dio, il senso puro della gioia, che
avevi dentro di te, trasmesso contagiosamente a chi ti stava accanto.
Il tuo tracciato esistenziale, intendo, è anche ricco di segni di altra matrice, che tu hai lasciato come monito vivo,
per la ricerca di un senso migliore da dare al nostro quotidiano. Tu l'hai dimostrato col tuo modo di essere non convenzionale, supportato da una logica filosofica, che proponeva ipotesi alternative al modo corrente di pensare, in apparenza inconcepibili, ma nell'attuazione quasi sempre indovinate.
Sì, perché con la tua crescita come persona, arricchita
dall'amore per la lettura e dal contatto immediato, franco,
leale col prossimo, avevi inteso appieno il messaggio evangelico, quello interpretato da San Paolo, che attribuisce alla Carità un valore fondante. Ed è per questo che riuscivi, a
prescindere dalle tue umane inclinazioni, a considerare l'altro, quale persona degna di rispetto e di attenzione, perché
da amare, innanzitutto, come fratello.
Quante volte, come madre, ho ricevuto da te insegnamenti, inizialmente non compresi e solo in seguito degnamente apprezzati: tu riuscivi, per esempio, ad individuare
con naturalezza strategie pacifiche nella risoluzione di conflitti, da me giudicati inestricabili. Se tentavi di aprirmi gli occhi, io miope li chiudevo, forte della mia presunta adultità; scoprivo, poi, sorpresa che con la tua lungimiranza,
avevi colto nel giusto: quella via che non avevo ancora esplorato si rivelava praticabile e promettente. Quante volte mi
hai aperto gli occhi al perdono!
È questo uno dei testimoni più preziosi che mi hai lasciato, che ci hai lasciato: saper amare senza riserve, con
slancio e tenacia, guardando lontano, oltre il confine dell'immediato.
Ora penso a te come ad un vero Angelo: sento che continui a soccorrermi, scongiurando col tuo sostegno che cedimenti e smarrimenti abbiano il sopravvento, con l'indicarmi quella strada sicura espressa dalla parola evangelica, che
mi alimenta e mi aiuta, talvolta, anche a sorridere.
Ancora una volta ti dico grazie Fanny e, nonostante tutto, ti prometto di non arrendermi a una vita senza senso.
Con l'amore di sempre, la tua Mamma.

 

PAOLA CELENTANO GARZYA



 

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