POESIE INEDITE (23 DICEMBRE 2022 - 3 MAGGIO 2024) PER LA MIA DICIASSETTESIMA RACCOLTA, INSIEME CON LE DODICI GIÀ EDITE NEL MIO CALENDARIO 2024:
TRAMONTO OGGI (GENNAIO, MERINI); Il MIO LOCUS AMOENUS (FEBBRAIO, GARCIA MARQUEZ); UNA CERVA (MARZO, WILDE); SISMA (APRILE, DANTE); GRECÌA (MAGGIO, BUKOWSKI); SICILIA MIA (GIUGNO, CAMILLERI); LANDE CARSICHE (LUGLIO, PASOLINI); IL PLATEAU DI VALENSOLE (AGOSTO, YOURCENAR); BORA A TRIESTE (SETTEMBRE, HEMINGWAY); SE QUESTO NON È AMORE (OTTOBRE, ALLENDE); A FUNTANA RE PAPIRI (NOVEMBRE, D'ANNUNZIO); METEMPSICOSI (DICEMBRE, WOOLF)

Giacomo Garzya davanti alla Catedral basilica metropolitana de Santiago de Compostela, Praza do Obradoiro (foto di Mario Occhipinti, 9 agosto 2023)

 

IL PLATEAU DI VALENSOLE

Nei miei sentimenti
più riposti nel cuore,
l'intenso profumo della
lavanda nei campi
di Provenza, così da stordire
la mente,
dagli alambicchi per gli oli
essenziali di Grasse
a Velensole, dove i ricordi
indelebili della mia
infanzia si confondono
nei tratturi di campagna,
tra i meravigliosi filari
violacei e i cieli limpidi,
tormentati da venti impetuosi,
pieni d'ardore, che solo
in questa terra puoi trovare.
Camminate liete, i colori,
i profumi nell'aria, i più cari
della mia memoria.
Se la ruota della fortuna
a mio favore
dovesse ancora girare,
vi rivedrei con gioia,
miei dolci campi di Francia,
dei miei anni felici.

Trieste, 23 dicembre 2022


BENEDETTO SEDICESIMO

Opalina la luce
del Cristo di Nazareth,
puro amore sulle tue
labbra fino all'ultimo respiro,
illumina il tuo volto cereo,
ieratico per la sacralità della
tua vita, le spoglie terrene
distese su un feretro in San
Pietro, come Gesù deposto
sulla pietra, nella Basilica
del Santo Sepolcro, nella
mia cara Gerusalemme.
Tu, uomo di preghiera,
d'alta spiritualità e scienza
teologica, protagonista nel
mondo cattolico d'un ritorno
al Vangelo, fin dall'inizio del
Concilio ecumenico Vaticano
II, sulle tracce d'Agostino
d'Ippona, denunciasti un mondo
senza Dio, "un mondo senza
senso e dunque senza la
nozione di bene e di male",
le tue parole, un conflitto
perenne tra Satana e Dio.
Cercasti serenamente, per il
tuo carattere mite, la via della
verità con la ragione,
la preghiera, lo studio dei sacri
testi e trovasti l'amore infinito
di Dio, perché è proprio
partendo dal dubbio che
impone la ragione, che si arriva
alla vera fede, come accadde
nelle conversioni di Blaise
Pascal, Charles Péguy, Alexis
Carrel e di tanti altri increduli.
Tu che la vita intera dedicasti
nel riedificare un millenario
castello, a rischio di rovina,
lottando contro l'incredulità,
il secolare processo di
decristianizzazione e ogni
Relativismo, oggi piaga d'un
mondo occidentale in declino,
foriero d'ulteriore scontro
ideologico, d'incertezza, di crisi
dei valori e di degenerazione
morale, d'un nuovo paganesimo,
d'un agnosticismo e un ateismo
trionfanti tra tanti battezzati.
Tu Benedetto di nome e di fatto,
che hai sempre umilmente
percorso la strada della saggezza
e della preghiera, in questo giorno
storico, incontri l'agàpe di Dio,
uno e trino, nel fraterno abbraccio
di Suo figlio, nostro Salvatore.

Trieste, 5 gennaio 2023


TRAMONTO OGGI

Il cielo vermiglio oggi
al tramonto, annuncia
un giorno non offuscato
da nuvole nere cariche
d'odio e di lampi,
ma di sole, che speranza
riflette negli occhi tristi
per le quotidiane brutture,
che incontri fuori dai
sagrati delle antiche
chiese, di un mondo più
pulito, civile, cristiano,
dove l'arroganza della
violenza non vinca su
tutto e il rosso fuoco della
sera non è la vampata
dei cannoni in battaglia,
o delle pistole mafiose,
o il sangue a fiotti
di tanti innocenti,
ma l'emozione pura e
forte per un bacio d'amore,
nell'abbraccio caldo,
ripetuto,
in un gelido inverno sui
fronti lontani di guerra,
mai a noi così vicini.

Trieste, 17 gennaio 2023


PACEM IN TERRIS


Il Giusto fra le Nazioni lotta
contro l'indole abietta, che è
nella natura umana,
fino all'estremo sacrificio di sé,
per un mondo di pace, per
la salvezza degli inermi, di chi non
ha alcuna colpa, se non quella di
essere un diverso.
Il Giusto non si nasconde, scende
in campo, si imbratta il vestito,
il volto, le mani di fango, altrimenti,
la parola pace, vuota, senza alcun
senso.
Amore e fratellanza,
valori non solo cristiani e a ogni
latitudine un simile per l'altro simile,
contro le parole come pietre, foriere
di odio e distruzione.
Che una colomba o un Gandhi,
offrano ramoscelli d'ulivo, a chi
persegue la guerra, a chi fa sterminio,
come ad Auschwitz o nei Gulag, a chi
istiga ed è artefice di tanto insensato
furore!

Trieste, 25 gennaio 2023

 

 

NEL GIORNO DELLA MEMORIA

Ancora pochi anni e non ci sarà
più nessun testimone diretto di
quella feroce inumanità nazista
e invece sempre qualcuno che
negherà o ridimensionerà la
nefanda portata di quegli eventi,
un Olocausto costato la vita a sei
milioni di ebrei incolpevoli.
Nessuno può, non deve,
dimenticare ciò che fu la Shoah,
tantomeno il grado estremo che
raggiunse la malvagità umana,
anche in altri scenari tragici
della storia. Non si può così
dimenticare il genocidio degli
Armeni, con le prime famigerate
marce della morte, né si possono
più tacere i milioni di morti nei
Gulag sovietici e per fame in
Ucraina, su ordine di Stalin, nella
Cina di Mao, le cataste di teschi
nella Cambogia dei feroci Khmer
rossi di Pol Pot, dove bastava
portare occhiali da intellettuale,
per essere eliminati all'istante,
le uccisioni di massa in Indonesia,
le vittime serbe degli Ustascia di
Ante Pavelic, a cui si cavavano gli
occhi, da sembrare lumache nelle
ceste, i tanto dimenticati infoibati
istriani, fiumani, dalmati, la fine
dei cento popoli Indios della foresta
amazzonica, in Ruanda la minoranza
Tutsi massacrata dagli Hutu, in una
notte l'eccidio a Srebrenica di
ottomila bosgniacchi, su ordine di
Ratko Mladić e sotto gli occhi
impotenti dei caschi blu, l'annosa
pulizia etnica nel martoriato Darfur,
solo per ricordare i massacri più noti,
anch'essi, nel giorno della Shoah,
a memoria dell'umana ferocia.

Trieste, 27 gennaio 2023

[scritta pensando alla "Melancolia"
dell'uomo d'oggi, l'anima dispersa
in guerre infinite, spesso lontana
da ogni Credo, da ogni Fede]  



 

 

QUANDO È AMORE

Le onde del cuore
quando è amore
trapassano i mari
le pianure a perdita
d'occhio, ma alla fine
giungono a dare un
bacio, che non è
furtivo, ma alla luce
della luna piena e del
sole e tu sei sole
quando leggi nei miei
occhi i miei pensieri
per te, per te sola,
e sei luna quando mi
abbracci nell'amplesso
della notte.

Trieste, 14 febbraio 2023

 

NATI DUE VOLTE

Le mani giunte
in preghiera, nette, chiare
le dita, tanti hanno visto in
Siria, tra cumuli di nuvole,
questo segno del Cielo,
la vita non più un batter di
ciglia per tante creaturine
dagli occhietti neri, sorprese
per la luce improvvisa e per
il clamore, la gioia intorno,
dopo un buio nero silente,
senza speranza.
Quando si è eletti si può, si
deve dare amore e pregare
per il dolore degli sfortunati,
che non riusciranno a
cogliere nemmeno un fiore
nei prati in primavera, tanto
il destino avverso.

Trieste, 16 febbraio 2023

 

HUNAN

Quando un fiore
appena colto nel Giardino Yu
a Changsha ti sussurra "l'erba
verde è profumata, piacevole
e profumata, mostra quindi
un sorriso al nuovo giorno",
il tuo risveglio è dolce,
ti splende il cuore e vorresti
afferrarne il gambo, i petali
freschi, per farli rivivere in
tutti i giorni a venire, per la
tua bella piccolina, Greta.

Trieste, 20 febbraio 2023  

 

 

YANGTZE

Perché la tua bocca
è così dolce?
Quanto miele hai rubato?
Anche i tuoi occhi castagni
splendono oggi sul tuo ovale
perfetto e corrono fino alle
sorgenti del fiume Azzurro,
dove ti specchierai nell'acqua
pura, come un moderno
Narciso, tu la più bella tra
le belle dell'Hunan.

Trieste, 21 febbraio 2023


RISVEGLIO TRA I CAMPI

Ecco un passero,
i tuoi cinguettii, quando
puntuale sorge il sole,
danno subito buonumore e
felice inizio al nuovo giorno.
Sei vera gioia per tutti e il
battito del tuo cuore lo sento
accelerato, pur tu piccino, lo
vedo dal petto, è l'ansia di
dare amore a prima vista, non
come quello tenue, freddo del
rapace, che, quando ho visto
in picchiata ghermire la preda,
è proprio letale.

Trieste, 23 febbraio 2023

 

SIAMO VIANDANTI

Che i viandanti di passaggio
su questa terra,
guardino ogni giorno che
viene come se fosse un regalo
e ogni sorriso che incontrino
come un'abitudine.
Così dicono le tue parole, tu
così lontana e dispersa nel
vento, solo te voglio ascoltare,
la tua dolcezza per alleviare
gli anni che restano
per congiungere di nuovo
i ricordi in un nuovo abbraccio,
che non sia solo un sogno.

Trieste, 24 febbraio 2023

 

BORA A TRIESTE

Si sente nell'aria la Bora
che sta per arrivare,
dalle Rive, al Molo Audace,
fino a San Giusto si
possono ammirare il golfo,
Miramare e le montagne
innevate, ed è tutto uno stridor
di gabbiani.
Prima un borino che dà moto
ai capelli e un buffetto sulle
guance, poi nella notte
saranno folate di vento
gelido a raffiche e tutto
stordirà il corpo e la mente.
La vita, anche a volte
dell'uragano, ha bisogno di
bore per nuovi inizi, occorre
amare la forza del vento
perché tutto muove, non solo
le nuvole e le foglie, e porta
nuove idee, nuovi ideali,
la storia come memoria, che
alla mente danno linfa e le
consentono di vivere a lungo,
anche coll'avanzare degli anni.
Senza saper ascoltare la
voce del vento, la vita è già
morta a vent'anni.

Trieste, 25 febbraio 2023

 

IN QUEL DI BARCOLA

Con l'aurora,
molti fiori sbocciano
in un surreale silenzio,
quello buio della notte,
mentre i passeri iniziano
il loro gioioso canto, e la
brezza a Barcola sussurra
dolcemente parole d'amore,
vero miele per gli innamorati.
Al che le nuvole bianche
chinano la testa e sorridono,
il sole in arrivo splendente.

Trieste, 7 marzo 2023

 

IL "DON GIOVANNI"

Cara Donna Elvira,
ascolta questo vecchio saggio,
quel libertino, nel secondo atto,
ti illuderà di nuovo, saprà esser
suadente, per poi inabissarti nei
meandri sconosciuti dell'amore
e dell'odio, ti ha sedotta
e abbandonata una volta, lo farà
di nuovo, lo ha fatto con tutte,
in Spagna, in Italia, in Germania,
in Francia, persino in Turchia.
A che serve guardarlo, gli occhi
negli occhi? Vedresti solo un
uomo insincero e ingannatore,
un seduttore infallibile, che
travalica ogni fiume, il mare,
le catene dei monti.
La tua vita non è tra le sue
braccia, egli coglie solo l'attimo,
tante le ombre che gravano sul
tuo petto e tu continui ad amarlo,
per poi al secondo inganno esser
furiosa e volere vendetta, intanto
promette a Zerlina di divenire
suo sposo, domani a qualche altra.
Non farti prendere dai sentimenti
fatui, non farti infrangere
il cuore, lui per non essersi mai
pentito, griderà tra le fiamme,
spinto all'inferno dai suoi stessi
demoni e diavoli, lui, in eterno,
un incallito Dongiovanni.

Trieste, 9 marzo 2023


 

 

SISMA

Una scossa
risveglia da un incubo,
una bufera d'adrenalina
nella notte, che deflagra
sul tuo seno di donna,
che colpisce direttamente
il cuore, tanto è il rombo
per la paura di perdere
il tuo amore.
Tu lo inseguiresti pure
sulla mota dei bagnasciuga,
nelle sabbie mobili, facendo
fanghiglia della tua vita e
cumuli di nuvole
sbufferebbero di collera alla
vista di tanto ardore per un
uomo mendace, infido,
che tanto promette e non
mantiene.

Trieste, 11 marzo 2023


MAI L'OBLIO

Il mio passato è nel tuo
presente e il mio presente
è nel tuo futuro?
Comunque io non chiudo
la porta, anche se non ho
più tutto il tempo che vorrei
avere ancora per rivederti e
appagarmi l'anima al tuo
sorriso, l'età, il tempo
correndo sempre in avanti.
Quando fai cadere uno
specchio e questo va in mille
pezzi, sono sette anni di
sfortuna, sarai mai in grado
di ricomporre le tante
tessere d'un amore infranto?
Tu non perdere mai il tuo
passato, la memoria delle
cose belle nella tua vita, per
favore, e io non chiudo la
porta al destino, così che il
resto della vita non resti
privo di senso, tutto è nelle
tue mani, io aspetto.

Trieste, 15 marzo 2023

 

SE QUESTO NON È AMORE

Il primo bacio con gli occhi,
tanta è la tua bellezza e i tuoi
sogni, vorrei fossero i miei,
vorrei dare loro ali per farli
realtà, senza farti male, tu qui
lontana dalle sconfinate
pianure lacustri, dalle basse
colline o dalla regina delle città,
dove la Neva tutta è un solo
ghiaccio e il vento gelido taglia
il viso, dove i tuoi occhi da soli
parlavano di te e in cui si
rispecchiavano già confini, mari,
che non potevi ancora neanche
immaginare e soprattutto il tuo
sorriso già aperto verso chi un
giorno ti avrebbe amata.

Trieste, 20 marzo 2023


UNA CERVA

Come si fa a non amare
il mistero che possono
emanare gli sguardi d'una
donna nel pieno degli anni
belli della vita? Il tuo solare,
proprio quello d'una cerva
libera e dolce, nel giorno
dell'equinozio di primavera,
nel giorno della poesia,
come dimenticarlo?
Non ti ho mai vista così
bella, la chioma fluente, uno
splendore di donna, e sono
passati trent'anni da te
ragazzina, pronta, sveglia,
bella sì, già allora, ma ora i
tuoi occhi guardano profondi
nell'anima, parlano con voce
sicura, non nascondendo
però un velo di tristezza, una
nostalgia, una sofferenza.
Un mistero la vita d'una donna.

Trieste, 21 marzo 2023

 

DE SENECTUTE

Quando sgorgano
le tue parole, mi vergogno
delle mie, sentimenti contrastati,
antipodi tra loro.
L'inflessione delle tue, un accento
rassicurante con note scandite
secondo ciò che dice il cuore,
le mie rimbombanti sarcasmo
annegano nel fiele degli anni,
per un improbabile, tardivo amore.

Trieste, 26 marzo 2023

 

PER UN'AMICA

Se avrai la sorte
di disporre del tuo tempo,
da poter riflettere nei momenti
opachi della vita, guarda prima
all'ieri, vivi il presente, spera nel
domani. Solo questo poi vorrei
dirti ancora:
torna presto ai tuoi capelli lunghi.

Trieste, 2 aprile 2023

 

ANDATA GIOVINEZZA

In questo tramonto
senza rosso ardore,
dolente per un ricordo
appassito, ho innevato
il cuore e sotto manti
di neve non batti più come
negli anni irrisolti, tu fenice
lontana, ti aspetto ancora
ma non risorgi come dovresti,
oppure inghiottita nei gorghi
dei mari o dei laghi, sempre
un salice negli occhi.

Trieste, 6 aprile 2023

 

Il MIO LOCUS AMOENUS

Nel vederti inattesa,
la tua freccia d'amore
nel costato fu grave ferita
da perder la realtà, il senno,
da non poter più sopravvivere
senza il tuo ricordo, così che
vorrei vederti di nuovo,
ignuda Diana moderna,
bagnarti a Melidoni, la mia
piccola baia incantata, proprio
di fronte all'Uovo dove nacque
Afrodite, tu trasfigurata nella
mia mente, il volto angelico,
il seno perfetto tra le acque
del mito, il rossore purpureo
alla mia vista, come quando
il sole colpisce le bianche nubi,
e se un giorno tornassi in
quell'incanto a salutare le mie
spoglie, perché è lì che vorrei
il mio tumulo di sabbia, a
nutrire compassione per me
che non ti ebbi e ne morii,
lascia l'orchidea bianca, che
fiorisce il Venerdì Santo,
in mio ricordo.

Trieste, 7 aprile 2023

 

LANDE CARSICHE

Sull'altopiano
battuto da fredde folate
di bora, hai piantato le tue
viti, un miracolo in questo
aspro ostico Carso, dalle
scarse vene di terra d'argilla
ferrosa, rossa del sangue
sacro di tanti caduti,
tra tanto calcare marino,
le radici profonde a captare
l'acqua preziosa, e ora a
Pasqua, improvvisi i primi
germogli sui tralci, e infine
l'uva nei calici a brindare
col Terrano rubino o col
bianco Vitovska, tra
misteriose doline, nascoste
da alberi e arbusti, e irte
falesie marine, dove
resistenti sommacchi
abbarbicati su piccole fessure
di roccia, chiedono pochi
centimetri di terra per le radici,
le foglie a estate finita e ai
primi freddi, giallo-oro,
rosso-porpora, a infiammare
i sentieri in alto sulla costiera
di Rainer Maria Rilke, un vero
spettacolo per gli occhi e per
la poesia.

Trieste, 11 aprile 2023

 

LA PERSISTENZA
DELLA MEMORIA

Oh memoria, non tradirmi,
non spegnere la luce dei miei
ricordi, senza di te la fine dei
giorni spensierati, dei luoghi e
dei volti amati, non celare per
sempre le imperfezioni della
mia anima, a me sì care, non
liquefarti nell'abisso della
vecchiaia, come certi orologi
molli, visti in un museo lontano,
non farti divorare dalle formiche,
di decadenza e morte simboli
voraci. Sì il tempo non è uguale
per tutti, per l'umore cangiante
di ciascuno di noi ora corrono le
lancette, ora si fermano, qui
un'ora, lì un'altra, così nella baia
di Cullera a Port Lligat il tempo
vedo immobile, surreale, come
la visione di te, vera icona di
bellezza non solo interiore, nel
castano acceso dei tuoi occhi
brillanti di cielo azzurro,
a confondersi con l'acqua marina,
nel giallo ocra dei tuoi capelli a
splendere al sole, come il colore
della sabbia più fina e bella della
Campine di mia madre.
Tu nell'oblio?
Che mi si preservi la memoria,
con l'avanzare degli anni, che non
si disperda il ricordo di te, tu così
come sei, tu ancora un ricordo
netto, nei tuoi chiaroscuri la tua
profondità, che mi ha reso tanto
felice.
Solo tu hai guarito le ferite della
mia anima, hai esplorato il mio
subconscio per non sopire la
mia fantasia.
Oh memoria non tradirmi,
non spegnere il ricordo del nostro
amore, noi che abbiamo condiviso
tante emozioni e tanti dolori.
Io scrivo per te, altrimenti per chi
altri? Tu la mia anima.

Trieste, 15 aprile 2023

[ho scritto questa poesia otto anni dopo aver
ammirato dal vivo, al MOMA di New York
(17 luglio 2015), il famoso quadro di Salvador
Dalì, "La persistenza della memoria" (1931)]


UNA LUNGA INUTILE ATTESA

Le palpebre arrossate,
stanche, a socchiudere gli occhi,
le labbra mute, inturgidite, come
le vene del collo, non danno
tregua per la lunga attesa, anzi
l'ansia aumenta, fino a strozzare
il cuore, per un abbraccio sempre
più improbabile, un bacio ormai
solo sognato, delusi i sensi
assetati.
Quante notti su notti sono
trascorse, scendendo come
stormi di avvoltoi a chiudere
i giorni?
Io aspetto aspetto invano, tu
non ci sei, non posso più catturarti,
le tue sembianze sempre più un
velo e il tuo sorriso un tempo
complice e benevolo, ora è assente
e non si lenisce l'inquietudine
per non averti, tu che volevi
apprendere da me il modo di volare
dei gabbiani intorno alle scogliere
a strapiombo sul mare increspato,
per conquistare il mondo, vivere la
libertà, l'amore, io che aspiravo
a voltare pagina per un seno
turgido di emozioni, una stagione
di baci senza fine, nelle ore insonni
della notte.

Trieste, 17 aprile 2023

 

STRUGGIMENTO

I tuoi occhi da soli
parlano di una bellezza
velata dalla passione e
non celano una certa
malinconia, un non so che,
un triste abbandono, che
trascina in un labirinto fatto
di sensi e di uno spossato,
dolce languore, così ti vedo
nella quiete apparente, nel
silenzio assordante di questa
notte.

Trieste, 20 aprile 2023

 

GRECÌA

Aspetto l'alba,
con l'ansia d'un ragazzino,
il tuo risveglio, per godere
dei tuoi occhi, non ne conosco
ancora il vero colore,
ma quello che ho immaginato
già è bastato per glorificare la
tua anima.
Ora però il giorno inoltrato, ho
bisogno di scoprire i tuoi reali
colori, per renderti tangibile,
non solo un sogno, castani
come le roverelle di Bronte e
i mandorli in fiore al Tempio della
Concordia o verdi come il mare,
quello dei fenici, dei greci,
dei tuoi padri, dei miei padri?

Trieste, 20 aprile 2023


METEMPSICOSI

Nella tua anima trovo
la mia anima.
Ti ho già vissuta
in un'altra vita, ne sono
certo, i tuoi colori del mare,
della terra, del cielo, i miei,
come le tue antiche parole,
un tale riverbero su di me,
da farmi cadere in un dolce
torpore, in un tanto atteso
abbraccio ristoratore.
Ora al dormiveglia, acqua
fredda sulla fronte, quella
delle nuotate dalmate, del
mio Egeo ventoso, del golfo
di Botnia, sempre gelido
nella mia memoria.
Acqua fredda, per godere
delle prime silenti luci del
giorno, per rivivere lucido
questa reincarnazione, che
porta in sé tanta poesia,
tanta empatia negli sguardi,
nelle parole, già dette chissà
in quale tempo avito, piene
del profumo intenso delle
zagare, proprio ora in fiore
per te, a rallegrare
la tua primavera, anche la mia.

Trieste, 22 aprile 2023


PRIVI DI BRIO

Senza neanche
uno sprazzo di sole,
un tramonto spento
stasera, e l'amore non
è amore, le nuvole grigie
e nere a spegnere i baci
in un calice vuoto, anche
la luna appena crescente,
una luce fioca nel cielo,
a dare alla notte appena
un mormorio di vita.

Trieste, 23 aprile 2023


MUGGIA

Muggia ritrosa
per troppa bellezza,
una vera sindrome
di Stendhal
ogni volta che ti vedo,
non nasconderti timida
al mio sguardo,
la tua chiesetta incantata al
sole splende di bianco
virgineo e dà alla piazzetta
un tocco di antica magia,
di antica Venezia, il mio
giorno, un buon tono di
allegro per il contatto con te
e col tuo mare ventoso, vita
nella mia vita.

Muggia, 23 aprile 2013

 

A FUNTANA RE PAPIRI

Delle ore del giorno,
l'aurora a me è più cara,
ha l'oro in bocca, l'oro
del tuo sorriso, io Alfeo,
tu Aretusa, a me Musa,
bella, più che bella, tersa,
limpida come l'acqua
dolce che sgorga a Ortigia
a un passo dal salso mare,
fonte della mia gioia
di vivere, feconda d'amore
perenne, nel canto di tanti
poeti, nei secoli dei secoli,
a ornare il tuo nome.

Trieste, 25 aprile 2023

 

COLORI DEL SAHARA

A volte, una rara
carezza del sole in un
giorno triste di nuvole,
risveglia sopiti antichi
ricordi, le dune del
Sahara tinte d'arancione
o rosa, o splendide d'oro
zecchino, come il colore
di certi grappoli d'uva
matura, cangianti
a seconda delle luci del
giorno, oppure le dune
rosse, ocra, con qualche
sperduta oasi di roccia
arenaria, da cui sgorgano
acque limpide per i nomadi
berberi dai mantelli blu,
i miei Tuareg,
indimenticabili amici.

Trieste, 29 aprile 2023


SICILIA MIA

Pistacchio salato
di Bronte, cioccolato
di Modica, questo il mio
brindisi pensando a te
Sicilia mia. Ti ricordo così
"Caffè Sicilia", le granite
col gelso nero,
con le mandorle in fiore,
il gelsomino nei coni.
Anche le more di gelso capresi
ti ricordano Noto, nell'isola
delle Sirene, il gusto esclusivo,
i gelsi dal peduncolo raccolti
a primavera inoltrata e
freschi ancora d'estate, dalla
calura al gelo a rinfrancare lo
spirito.
È così la vita, un eterno ritorno
nei luoghi dell'anima.

Trieste, 1 maggio 2023


SOLO UN SOFFIO

Non volevo che tu cadessi
con le foglie d'autunno, non era
per te ancora il momento,
avrei voluto invece che fiorissi
in un'eterna primavera,
che maturassi i tuoi frutti al ronzio
delle api, loro a succhiare il nettare
dei fiori e che il supersonico battito
delle ali si trasformasse in una
dolce melodia per le tue orecchie,
in una stagione che sa lenire le paure
ancestrali, che dà speranza e vita,
noi solo un sogno su questa terra,
un soffio, un battito di ciglia,
noi proprio un sogno di passaggio,
con le nostre solitudini, grevi, anche
cercate.
Solo le foglie muoiono in autunno,
eppure col loro tappeto rosso dorato,
sanno dare ai pittori l'estro
per innalzare a Dio la nostra,
la sua natura.

Trieste, 2 maggio 2023

 

MAGGIO

Il vento modella
il tuo essere,
ne è padrone, i suoi
capricci anche i tuoi,
a levigare, a addolcire
l'umore, in un giorno
in cui il sole, sempre
più alto all'orizzonte,
apre ormai all'estate,
tu già pronta
a immergerti nel tuo mare.

Trieste, 5 maggio 2023


SORRISO A TRIESTE

Nella piazza dell'Unità
d'Italia, maestosa sul
mare, come la praca
do Comercio a Lisbona,
con un cielo grigio
canna di fucile, chiuso
a ogni abbandono,
io sorrido comunque
alla vita, perché sembri
più luminosa,
come quando sorrido
allo specchio pensando
a te lontana dal mio
sguardo e, per me che
non sono abituato
a perdere neanche
l'attimo d'ogni emozione,
non resta che vedere in te,
nel tuo sorriso aperto,
un faro nelle mie notti
senza luna, senza stelle,
senza amore,
una vera consolazione.

Trieste, 14 maggio 2023

 

IL MIO "IO" LIRICO

Tu amico caro,
ti persi nelle nebbie del Connemara
selvaggio e a tanti poeti sublime,
dai laghi blu pastello, tra brughiere
e torbiere color ruggine, agli antichi
confini in pietra a delimitare colline,
baie e spiagge sabbiose,
tu, forse nascosto per sempre al mondo,
in qualche porticciolo sicuro dal mare
Oceano, non solo durante l'inverno
furioso,
sapevi leggere nei tuoi occhi l'anima
scomoda che era in te, non corrotta,
non plasmabile, direi forte,
sapevi vivere nel silenzio le tenebre
misteriose della morte, senz'affanno
la solitudine spesso cercata.
Non sempre amato perché restio al
compromesso, nonostante le tue
paure, i lutti,
sapevi trovare felicità nelle piccole cose,
riponendo nelle segrete del cuore le
chiavi del tuo aguzzo dolore, un mezzo
inferno la vita, le ferite vero balsamo per
la tua poesia.
I tuoi principi, la fiducia che avevi nel
perseguirli senza timore, erano come
radici profonde difficili da sradicare,
come era impossibile che dimenticassi
le tue emozioni, a volte vere mareggiate,
da cui nascevano sentimenti nuovi,
nuove storie, a stravolgere gli amari
colpi del destino.
Arrivederci amico caro, spero comunque
di rivederti ancora nei tenui colori
del Connemara, lì dove persi la tua anima,
ma non il tuo ricordo.

Trieste, 2 giugno 2023

 


 

INNAMORAMENTI

È la vita se inesorabile
l'età avanza,
ma potresti renderla un tramonto
unico, che tutti vorrebbero poter
ammirare, se solo riuscissi a
conservare il tuo spirito giovane,
pieno di curiosità, di continua
scoperta del mondo.
A ogni latitudine un tramonto
diverso e tanti nuovi innamoramenti,
così facili a dirsi con dolci parole,
così difficili a durare ai primi ostacoli,
non di tutti il saper amare davvero.
Figlia mia, dai felicità
al tuo amore, prima che a te stessa,
condividi con lui tutto della vita,
soprattutto le difficoltà, il dolore.
Prenditi cura del tuo uomo, senza
nulla in cambio, se non il suo largo
sorriso. Non vi è niente di più bello
e folle nella vita che amare, nella
mente sempre viva la sua immagine,
trasfigurata dal sogno.
Non mollare mai i suoi due occhi
che ti guardano complici, fino tu
ad arrossire.
Solo allora tu non vedrai più che lui,
solo lui, così importante e prezioso
nella tua vita, come tu nella sua.

Trieste, 3 giugno 2023

 

 

PER ADRIANA ITRI

Rigo su rigo scorrono
i tuoi colori, sei tu a parlare
con la tua anima, a percepire
l'universo coi fiori e con tanti
giochi di luce, tra polvere
d'oro come in Klimt,
e picchiettii di blu, che non
possono non incantare chi
ama negli atti creativi
dell'anima il bello, sì il bello
interiore, così negletto da tanti,
con uno scempio del gusto,
di ogni estetica del cuore
e della mente.

Trieste, 8 giugno 2023

[ho scritto questa poesia ispirato
dai quadri della pittrice Adriana Itri,
visti nel suo Atelier triestino e al
"Double free by Hilton Trieste" (sua
personale dal 7 al 17 giugno 2023)]

 

 

.........
Trieste, 10 giugno 2023

 

PER SILVIA CIACCIO

Vaghe stelle dell'Orsa
si leggono nei tuoi cieli
e mari infiniti, su fragili
carte veline, come lo siamo
tutti noi nel nostro breve
palpito, la tua corsa contro
il tempo, nel tempo, verso
uno spazio di macchie di blu
triestino, di blu oltremare
del Pacifico, dove la tua
immaginazione si sposò
con paesaggi inconsueti,
dando forza alla tua
concezione della natura,
ai tuoi orizzonti illimitati,
fatti di luce e di metafisico
immenso.

Trieste, 10 giugno 2023

[questa poesia ho scritto ispirato dalle
opere di Silvia Ciaccio, "Spaziocielo.
Essenza oltremare", esposte dal primo
al 25 giugno 2023, nella Sala Comunale
d'Arte di Trieste]


PER CINZIA PLATANIA

Fantasmagorica la lettura
dei tuoi segni, minimalia, tracce,
una scrittura antica che trova
riverbero nei rami spogli, che
traggono linfa da una pallida luce,
come quella del sole di mezzanotte,
così le tue linee di Nazca non sono
avulse dalla nostra vita, ma lette
nelle notti insonni, parlano
di solitudine, di ancestrale dolore.
La speranza è però nella tua luce,
soprattutto in quella sublime spirale
di colori, in sé tutto lo spettro solare,
un vortice che non muore nel vuoto,
ma dà vita a tutto il creato e riempie
da solo quel buco nero che
ci tormenta e che tu vinci non solo
con le tue parole scritte, ma con
un'inesausta gamma di colori.
Alla fine, sulla tua tela, quella che
prediligo, vince il blu cobalto della
sera, vince per la sua essenza
misteriosa che apre al sussurrio
indistinto, dolce della notte.

Trieste, 10 giugno 2023

[questa poesia ho scritto ispirato dalle
opere di Cinzia Platania, conoscendo
da anni la sua pittura e avendo visitato
il suo atelier triestino]


PER PATRIZIA GRUBISSA

"Le rivolte dell'anima"
della tua Oriana, anche mia,
le vedo nei tuoi acrilici
e non annegano mai nell'oblio,
resistono universali, si fanno
storia, come la tua anima sensibile
scandagliata nei tuoi volti, tuoi di te,
in cui rifletti una lacrima,
un'accettazione, un tormento, l'ansia
per un'attesa, la rivalsa del tuo
femminile nel tuo spirito immaginifico
e creativo.

Trieste, 24 giugno 2023

[ho scritto questa poesia guardando "Stati
d'animo", personale della pittrice Patrizia
Grubissa alla Galleria Rettori Tribbio di
Trieste (24 giugno-7 luglio 2023)]

 

 

PER FABIO COLUSSI

Le gondole quiete
aprono ai desideri
nelle notti d'estate
e i tramonti sono tanti
rossori del cielo, l'anima
di una Venezia quasi
ritrosa per la troppa bellezza,
la timidezza anche nei visi
serenissimi, antichi, di tante
fanciulle, vulnerabili alle dolci
parole, ai mormorii delle vele
nei tuoi quadri, veri paesaggi
dell'anima.
E io, ora, rischiarato appena
da quel rigagnolo di luci fioche
e lontane, desidero dalla mia
donna una leggera carezza,
che spinga me in un dondolio,
che vorrei senza fine, come lo
sono i tramonti di questa città,
sempre mirabili nei cuori degli
amanti e che tu sai cantare
così bene sulle tele, come il tuo
mare triestino pieno di vele
sognanti infiniti orizzonti.

Venezia, 30 giugno 2023

[poesia che ho scritto guardando
la mostra "Venetian Soul" di Fabio
Colussi, alla Art Gallery "Ghetto et
Cetera" a Venezia]


 

Al fresco della sera,
una brezzolina rende
meno dura la melancolia,
una mestizia, un'ipocondria
inquieta, che ti porti dentro,
quando cumuli di nuvole
non fanno trasparire che
qualche goccia di sole,
prima che sprofondi tra le
onde in un eterno gorgoglio,
uno scroscio di Nettuno nel
Mediterraneo di Ulisse,
un mondo fantastico, così
lontano da noi, che vediamo
tanta morte nel mare
e inspiriamo, tutti i giorni
ormai, polvere pirica, nelle
tenebre della guerra.

Trieste, 6 luglio 2023

 

 

 SAN SEBASTIÁN 

È ora la sferza del vento
di Biscaglia a sollevare la sabbia
della playa de la Concha. Un tale
risucchio di mare la mia anima
da rendere il mio giorno vivido,
non opaco per tanta polvere dorata
negli occhi.
Eppure qui tra la Navarra e questo
mondo sull'oceano ventoso,
dai tanti naufragi e dalla parlata
incomprensibile, le mie radici basche.
Quanto vorrei che tu fossi
qui tra queste montagne fino al mare
per vivere le nebbie, che si addensano
e che rendono greve il respiro, per poi
aprirti d'improvviso all'infinito,
che solo il mare può dare. 

San Sebastián, 6 agosto 2023 


ALLA MESSA DEL PELLEGRINO 

Se non vai a Campus Stellae,
non ti inginocchi davanti
al Sepolcro apostolico
di Santiago, come il Poverello
d'Assisi, non ascolti la messa
commosso, in pianto per i tuoi
peccati e non per l'indulgenza
plenaria, non puoi dirti cristiano.
È in questo luogo, più che
in tanti santuari di preghiera,
che ti vengono i brividi, come
solo al Santo Sepolcro, a te,
a moltitudini di giovani
dal Nicaragua, dal Costarica,
dal Messico, da tutto
il Centroamerica, come dal Sur
e da tanti altri paesi nel mondo.
Qui, come in nessun'altra parte,
la preghiera, la certezza d'una
resurrezione, d'una risoluzione
delle guerre, ogni giorno laghi
di sangue.
E al Pater Noster universale,
lo spagnolo universale suona
come dolce musica al cospetto
di Dio e alla consacrazione
dell'ostia, si è perdutamente
con Cristo nostro Salvatore. 

Santiago de Compostela, Cattedrale, 9 agosto 2023

LA MIA "VIRGEN DE LA LECHE"

Io piego le ginocchia per Te,
mi genufletto nel più acuto dolore,
per invocare Te Madre,
nello splendore dell'alabastro,
nel porgerti al tuo unico Figlio,
Nostro Salvatore, inviato
a soffrire per noi, per salvarci tutti,
Lui sul Golgota, un Gesù già così
umano, fin dai primi gesti, tanto
da afferrare avido il Tuo seno.
Una "Maria Lactans" a Burgos,
piena d'amore, che allatta il Suo
bimbo divino, non può non
toccare l'animo più duro del più
grande fra i peccatori,
un atto materno il Suo, lo stesso
sentimento di tutte le mamme,
sublimato nella plasticità d'una
scultura, che resterà incarnata
per sempre nel cuore.

Burgos, Cartuja de Miraflores, 11 agosto 2023

[scritta dopo aver guardato la scultura in alabastro, nella Certosa di Miraflores, la "Virgen de la Leche" di Gil de Siloé (1489-1493), nel monumento funebre dei Re Giovanni II di Castiglia e Isabella del Portogallo, genitori della Regina Isabella di Castiglia]


 

CANTABRIA

Mi ha svegliato il dolce vento
del tuo sorriso, non pensavo
fosse così carezzevole
in contrasto ai venti impetuosi
di questo mare Cantabrico,
così ventoso da sollevare tali
onde, da rendere un uomo così
piccolo davanti alla furia
scatenata degli elementi della
natura.
Poi mi dici che ogni paese,
il tuo a Oriente, il mio
a Occidente, ha una storia oscura
e insieme gloriosa da raccontare
all'alba.
L'odio, le guerre, il lato grigio
o l'arcobaleno, il desiderio di pace,
l'arte.
Dici, ancora, che la mia generazione
è vissuta in pace, rispetto ad altri
teatri del mondo, ma ora va
negando ai giovani un futuro felice.
Allora vorrei che, non queste onde
cantabriche già alte, ma quelle che
si vedono dal forte di Sao Miguel
a Nazaré, i più alti muri d'acqua
mai visti da occhio umano,
sommergano per sempre l'accidia,
la cattiveria, la vendetta, il dolore,
la paura del vivere,
rendano di cenere le armi e diano
fiato alle speranze dei figli e dei figli
dei figli.

Trieste, 17 agosto 2023




 

 

PLOMORDIEN

All'alba, il vento dell'Oceano
trasporta a me i tuoi pensieri
più riposti, sì tanto vento su
questa sabbia del Nord, lo sento
anche ora in questa città di Quimper
dai tetti di ardesia.
Le tue parole aprono la mia fantasia,
in mille rivoli della mente, la tua
immagine lontana corre verso
il mare, ora sbiadita da mille nebbie,
ora nitida, all'ombra di tante croci
gaeliche e mille menhir.
Il tutto dà a questa terra bretone
di confine, dalle robuste vele di canapa
che sfidano l'infinito, un sapore
di antico, fatto anche di sale,
che ritrovi per le maree nei ruscelli
e nei fiumi, come nei visi scolpiti
dalla salsedine di questi pescatori
rotti ad ogni marea, a ogni tempesta
sui loro intrepidi Langoustier.
Da questa spiaggia all'isola
di Terranova, così lontana, ma anche
così vicina nella lingua: "Talamh an
Èisg", la mia bottiglia con un
messaggio di pace.
E tu vento che batti sulle sabbie
di Plomordien, porti con te il mistero
della nascita e della morte, un suono
dolce e aspro per la mia anima che
aspetta solo un abbraccio consolatore.

Quimper, 23 agosto 2023



Posso dimenticare 
la rosa del deserto che ho visto
brillare nei tuoi occhi?
Una pietra amorfa, una perfezione
della natur, eppure così viva in te.
E i capelli a frangia, sbarazzini,
a ornare una fronte spaziosa, aperta
al mondo, ai libri, alla poesia?
La gioia che è nel tuo sorriso franco,
non può non contagiare i primi tenui
colori dell'alba e dare speranza 
a un nuovo giorno, fatto finalmente
di pace e amore, dove cento rose
rosse per te,
danno fuoco alla passione
per ciò che vale la pena di vivere.

Napoli, 29 settembre 2023


KHIVA

E un'aurora bianco-celeste
mi coglie nel khanato di Khiva,
la città di Sem, luce del Khorezem,
un tempo lontano in odio a Nadir
Shah, distrutta e poi risorta,
con le scuole coraniche e i minareti
tra le lunghe mura di Itchan Kala.
Su tutte, splende ricoperta
di maioliche Khorazmia, blu bianche,
la Madrasa Mohammed Amin Khan,
con accanto il minareto corto,
mai compiuto, dagli smalti turchesi,
che luccicano nelle notti per le torce
di Sherazade, come all'harem di Alla
Kuli Khan, le camere di ricevimento
quasi trecento.
E infine lo sguardo volto alla Moschea
del Venerdì, tanti alberi le colonne, più
di cento, una vera selva di arabeschi,
che inducono alla preghiera.
Così splende Khiva nell'anima.

Khiva, 15 ottobre 2023


DESERTI

Si corre per Buchara,
per un deserto di basse dune,
sabbia infinita e cespugli dalle
radici profonde a captare acqua
vitale e la mente torna al nostro
lutto per quel mare, tra uzbechi
e kazachi, per quel lago salato,
così vasto un tempo, ora, spessa
coltre di sabbia, deviate le acque
dei grandi fiumi di Alessandro
il Grande, il Syr Darya
e l'Amu Darya.
Evapora la poca acqua rimasta
e il lago d'Aral, solo un deserto
sterile, non più acque pescose,
tante specie di pesci, tanti storioni.
E intorno a Moynaq un cimitero
di barche, relitti in secca, arrugginiti,
ferri vecchi, un senso di morte.
Intanto si continua a correre
e lo sguardo è smarrito, tra regolari
pali della luce, pietre miliari
a scandire il tempo, e una monotonia
nel paesaggio sempre uguale a se
stesso, il destino d'una vita piatta,
senza mutamenti, senza un'acqua
che scorre.

Kizilkum, 15 ottobre 2023


LA PACE DI ABRAMO?

Noi e questa notte piena
di comete, di stelle filanti,
un sogno?
Macché, sono razzi
che uccidono, missili, bombe
che incendiano il cielo.
Tutto avvampa d'ira e le mani
tremano per l'orrore, tutto è un
terribile rumore di morte,
un ronzio continuo nelle orecchie,
non api col nettare nelle arnie,
ma bombardieri, il cielo non stellato,
neanche una fantasmagorica scena
di fuochi di fine anno, un inferno
invece, che non dà speranza,
una guerra infinita.
Allora, forse, meglio una lotta tra
guerrieri con la clava, una selva di
frecce, che una pioggia continua
di bombe, si muore lo stesso è vero,
ma senza quel moderno fragore
di morte, che seppellisce ogni cosa,
buoni e cattivi, piccoli e grandi,
persino i fili d'erba nascosti.

Trieste, 28 ottobre 2023


NEPAL?

Quelle pupille,
nere come l'antracite,
penetravano nel buio,
addirittura una luce nella
profondità d'una notte
senza luna, a scandagliare
l'inconoscibile, l'inconscio
e a sommuovere passioni
sopite.
A ornare quegli occhi,
un volto orientale,
himalayano, lo sento, anzi
ne sono sicuro,
così mi dice la mia parte
segreta, la mia, un'anima
che visse in un'altra vita
le vette più alte della terra,
l'aria rarefatta, pura,
il candore dei ghiacciai
perenni, dove si celebrava
la bellezza della natura,
in piena pace, lontani
da ogni seme d'odio.
I tuoi occhi giudicano
ogni cosa, anche la mia
imperfezione, il mio essere
pavido di fronte agli eventi
tragici della storia.

Trieste, 6 novembre 2023

 
Un mormorio sommesso
sale dai vicoli, un vocio,
una preghiera snocciolata
nella nebbia come un rosario
mi pervade d'una malinconia,
in me non insolita in questi
tempi di morte, e dalle antiche
porte di pietra intravedo
le colline,
da cui non potrò che inspirare,
con l'aria umida, le ossa gelide,
una tristezza profonda,
da spegnere ogni luce.

Trieste, 15 novembre 2023


"MYRICAE"

Tamerici
bruno-rossastre,
"salmastre ed arse",
ai lati della strada maestra,
a perdita d'occhio sulla
sabbia,
fin quando non si aprono
alla vista miriadi di boccioli
dai bianchi fiocchi,
che si protraggono quasi
all'infinito a significare
ricchezza in questa pianura
del Karakalpakstan,
che al tramonto vive di intensi
riflessi granata, mentre la tua
vita corre in avanti verso la notte,
senza dimenticare i tempi
quando sorseggiavi l'amore,
traendo gioia da tante piccole
cose, anche dalle labbra appena
sfiorate,
come dalle parole liete, lievi,
mai pietre, ma sempre sospese,
leggere nel vento.

Trieste, 24 novembre 2023

VOGLIA DI VIVERE

Ti specchi nel mio viso
a ogni risveglio, forse mi ami,
forse rifletti la tua gioventù
nelle mie rughe, perché credi
di poter imparare qualcosa
dalla mia vita.
Ma cosa ho io da insegnarti
se non che tutti noi siamo
piegati al nostro destino? 
Fortunato o avverso che sia,
la felicità avrà sempre un caro
prezzo, sarà una conquista
faticosa e spesso effimera,
laddove il dolore,
fino all'ineluttabile morte,
sarà sempre in agguato,
un "memento mori" sospeso
solo dalla grande voglia di vivere,
che spinge a rimuovere ogni
umana bruttura.

Napoli, 16 dicembre 2023

UNA METEORA

Ogni volta che incrocio
il tuo sguardo,
si accantona ogni tristezza,
tornerà lo so, ma intanto
il mio bacio per te,
ha in sé tanta dolcezza
e rallegra solo al pensiero
che tu possa coglierlo
per ciò che è, un segno
di gioia di fronte a tanta
eterea bellezza.

Trieste, 19 dicembre 2023

PIAZZA BARBACAN

Quando è vera arte, non mera tecnica,
solo un mestiere, ti batte forte il cuore,
e quando poi intravedi anche il genio
e ne hai certezza, non puoi non inchinarti
a chi sa da un sogno smuovere
le tue emozioni profonde per farti poi
veleggiare lontano lontano.
Il surreale in te è sì un'orgia di fantasia,
un lampo che capovolge la storia, che va
oltre il conoscibile e la ragione,
ma sa creare in noi tanta ebbrezza, come
quando quel mare invisibile
nella Cittavecchia, si palesa col suo
orizzonte, emerge coi suoi cavalloni,
i suoi simboli, fino a lambire le case
sospese, fino a toccare le nuvole e il cielo.

Trieste, 26 dicembre 2023

[poesia che ho scritto dopo aver guardato
la mostra "Il secolo di Aldo Bressanutti"
alla Biblioteca statale Stelio Crise, Trieste
13 ottobre - 29 dicembre 2023]

È LA VITA

Una sera tranquilla,
più che tranquilla e tiepida
coi suoi dodici gradi in pieno
inverno, eppure è bastato
un inaspettato sorriso
assassino a spezzare in due
quella voglia di solitudine,
lì tu a contemplare la luce
soffusa dei lampioni in una
piazza deserta, onde dare
qualche risposta ai tuoi
annosi pensieri,
a spezzare in due la mente
da tanta malinconia,
per distogliere gli occhi da te
stesso e fissare nella penombra
un'esotica rara bellezza,
lì seduta al tavolino accanto
per creare turbamento,
lì a rompere il tuo triste torpore
per inondarti di vita,
nel cuore ormai della notte.
Ecco, la bellezza non può essere
solo interiore, macché,
deve colpirti e affondarti per farti
vivere di nuovo.

Trieste, 28 dicembre 2023

PIAZZA GARIBALDI
O PLACE DES ABBESSES?

Dalla finestra della mia stanza,
un'ora prima dell'alba,
come a Place des Abbesses
giusto vent'anni fa, il favoloso
mondo di Amelie, di Fanny,
gli stessi lampioni, che danno
luccichio al lastricato bagnato,
qui come lì, platani spogli,
le foglie appassite in nome
dell'inverno, lì a pochi passi
le piastrelle blu coi "Je t'aime"
in tutte le lingue, in tanti dialetti,
e il ricordo nitido della gioia
nel viso di quell'amore perduto,
nel mormorare queste magiche
parole nella propria
incomprensibile lingua, lo stesso
moto dell'anima forse colto
in una donna misteriosa,
inavvicinabile, un amore impossibile,
in un Caffè affollato o in un sogno
stanotte, pronti a salire insieme
gli infiniti gradini per la Basilica
del Sacré-Coeur, bianche accecanti
le cupole da tutta Parigi per  rivivere
di nuovo Van Gog e  la sua "Vista
da Montmartre", per rendere omaggio
a Utrillo, a sua madre, ai Modigliani,
ai Toulouse-Lautrec,
come agli altri pittori "de La Bonne
Franquette".
Allora, un amore folle, tutto
bohémienne, su quell'acciottolato
bagnato di Montmartre.

Trieste, 1° gennaio 2024

.......

Trieste, 7 gennaio 2024  

SOGNARE A RIALTO

Allo specchio un faccino
triste, un po' malinconico,
come certe nebbie nella laguna,
andando a Burano, così delicata
nei tratti del viso, fragile come
una porcellana preziosa.
Eppure nascondi grinta e carattere,
lo sento, ma è il tuo niveo candore
a splendere, proprio quello celebre
delle dame della Serenissima,
che mai si esponevano al sole,
con quei visi così bianchi più della
biacca, un segno di bellezza,
d'eleganza, come carta velina,
al punto da rompersi alla prima
carezza.
Tanti baci a te, nel dondolare d'una
gondola, al riparo d'un ponte,
qui a Rialto, nascosti noi al mondo
solo per un momento, perché la vita
è fatta di attimi subitanei da cogliere
all'istante, per non perderli per sempre.
Non una parvenza di felicità mi ronza
nella mente questa sera, ma puro
piacere e amore e si sa che chi ama
è felice se prima sa amare se stesso,
poi se fa fremere di piacere l'amata,
al primo tocco.
L'amore è dare, non sempre ricevere,
così raccontano le storie, ancora vive
dalla notte dei tempi.

Trieste, 19 gennaio 2024

PER CARLO FRITSCH, NEW DADA

Ho cercato in una sera di fredda bora,
la firma dei tuoi sentimenti sui muri
d'un vecchio ghetto, sì l'ho trovata,
una pennellata di disperazione nei
polistiroli e tante granate, tanti missili,
da far esplodere il cuore, tanto sangue
da imbrattare per sempre i paesaggi
del dolore che di sicuro puoi trovare
nelle pieghe più nascoste nell'anima
di ciascuno di noi, la tua così martoriata,
da mettere a nudo i drammi del nostro
tempo con tanti flashback,
a rappresentare una profonda
inquietudine fatta di simboli, dal colore
fuxia d'un ombrello solingo, aperto lì
dove piovono fantasmagorici pesci,
fino a rappresentare con le sigarette
morte lì per terra e un uomo tutto nero
di spalle, a non voler guardare il mondo,
una solitudine non voluta, non cercata,
un'angoscia esistenziale, universale,
sotto una pioggia che danza incessante,
che non deterge il dolore per il rosso
fuoco sangue della storia, e che vedi
anche nei caseggiati grigi d'una periferia
di Praga al tempo di Kafka
o nelle ciminiere di tante ferriere.
Un enigma l'uomo moderno, fatto
di convulse, inumane tastiere di computer,
di cavi elettrici così intrecciati da offuscare
il cervello, un enigma tanto difficile
da decodificare,
da perdersi nel buio anonimo della notte
dei tempi dei tempi.

Trieste, 22 gennaio 2024

[Poesia scritta dopo aver visto le opere di Carlo
Fritsch, il 20 gennaio 2024 alla Galleria Rettori
Tribbio di Trieste]

VAL SAISERA

La sensualità di questa montagna
dinanzi, la vedi nelle curve sinuose,
quando nel controluce sono carezzate
dal sole e nella morbida fragranza della
neve, che contiene in sé i segreti degli
innamorati, quando si rotolano allegri,
fino a giocare come bimbi, con tante
palle di neve, mentre tu ninfa lontana
del mare delle Andamane, giochi con la
finissima e bianchissima sabbia
di Phuket, cantando con la voce
dell'amore
per incantare i marinai, tanto da essere
risucchiati nei fondali turchesi del mare.

Malborghetto - Valbruna, 27 gennaio 2024

PER ANTONIO TROTTA

Trieste ha tante facce
nella sua memoria e nella creatività
d'un artista anche un poliedro si fa
storia coi colori imperiali degli Asburgo,
il nero e l'oro, i rossi e blu a evocare
gli slavi dei Balcani, il rosso e verde
la nostra bandiera.
Un'araldica per stagioni e culture così
diverse, un tutt'uno, anche il tragico di
tante foibe carsiche a insanguinare
le doline intorno, ora vedo Basovizza,
qui proprio al centro dell'opera,
con nel fondo una luce di speranza,
non a illuminare corpi inanimi, disfatti,
ma un’antica mappa d'una Trieste
lontana, che oggi vivo con l'entusiasmo
del forestiero,
mai così bella e al cuore così vicina.

Trieste, 4 febbraio 2024

[poesia scritta guardando "TRIEST, Recovery
of history thanks to Sabatti's book" di Antonio
Trotta (cm. 114-110, legno multistrato e di recupero,
forex, pietra di Aurisina, lampada). Opera esposta
al XV Salone d'Autunno dell'Arte triestina,
Sala Xenia, Riva III Novembre, Trieste, 3 febbraio
2024]

LA PASSIONE DI CRISTO

            a Serena Nono, per la sua opera

L'olio pigmentato, come santo, a intingere
sulle tue tele una Via della croce, un pathos
cosmico, universale, dove un Dio fattosi uomo
la morte vince per la nostra salvezza, le mani
giunte nel Getsemani, strette tra loro per darsi
forza al pensiero delle frustate, dei chiodi nella
carne, al pensiero della Madre dolente, di Maria
a sostenere un corpo strappato alla croce.
Figure oranti le tue, in un silenzio assordante
e tu a rappresentare tante Pietà, fino a un Cristo
morto, disteso, supino, come già vidi in Mantegna,
tanto da sconvolgere l'anima, la tua, così rappresa
nel dolore, da strappare le lacrime.
Le mani a coprirti il volto,
come in Maria di Magdala, perché tu non giunga
a guardare l'insopportabile, davanti allo specchio
della storia, un Christus patiens, le mani giunte
in preghiera per noi.

Trieste, 8 febbraio 2024

PER MAURO MARTORIATI

Ti espandi leggero nell'etere,
la tua spatola a spingere la bora,
dal futuro, per rivivere il presente,
anche il passato, un uomo o una
donna in corsa all'indietro
o in avanti, non so, tra gli smalti blu
del cielo, per sconfinare dai grigi
e neri dell'esistenza, moderni narcisi,
fino a specchiarsi nell'acqua
di Bracciano, lì a Anguillara felice,
e per troppo amore di sé, sospendere
la loro bellezza nell'eros, un futurismo
il tuo, una danza di bianchi, blu e neri,
un magma veloce a ottundere i sensi,
uno sprazzo di luce la tua mente
immaginifica.

Trieste, 15 febbraio 2024

[poesia scritta guardando "Spinto dal futuro ",
di Mauro Martoriati, quadro esposto al XV
Salone d'Autunno dell'Arte triestina,
Sala Xenia, Riva III Novembre, Trieste,
3-15 febbraio 2024]

PER FRANCO ROSSO

Come dire, una sorpresa,
non un dedalo oscuro di idee,
di linee,
un labirinto tortuoso nella mente,
bensì un'ordinata sequenza
di geometrica, razionale potenza,
di rette e curve bianche e nere,
talora frammiste alla terra di Siena,
sottili, sensuali, labbra di donne
incognite, così chiaro il pensiero,
la tua pittura moderna, da sedurre
l'animo di chi è a cogliere il fascino
femminile nella tua multiforme
opera, d'una vita.

Trieste, 16 febbraio 2024

[poesia scritta guardando "Superficie FD241"
di Franco Rosso, quadro esposto al XV Salone
d'Autunno dell'Arte triestina, Sala Xenia, Riva
III Novembre, Trieste, 3-15 febbraio 2024]

ANARCHIA LIBERA

L'imponderabile,
tra l'ora nona e i vespri,
quando iridi fluorescenti,
come quelle delle tigri
delle nevi perenni, bucano
le mie retine, trafiggono
le pupille, perché io non
possa ardire a tanta bellezza,
tu a danzare come libellula,
tra i freschi fiori montani tinti
di blu, a carezzare le vette,
a sfiorare il cielo, la tua vita
ormai fuori dal fragore dei
tuoni, lontana dal mondo,
in piena anarchia, libera.

Trieste, 18 febbraio 2024

DAI GIARDINI DI AUGUSTO

                   alla carissima Anna

Tragara mia,
ti vivo e rivivo con gioia,
tra gli strapiombi della mia
anima sulle tue acque turchesi,
così cristalline nel loro argenteo
brillio a mezzogiorno,
oggi che il sole è allo Zenit,
oggi l'equinozio di primavera,
oggi il risveglio della natura.
Così blu come il cielo
le tue acque profonde, quando
la tua eterna bellezza traspare
nei miei occhi tormentati,
rendendo coi tuoi incantesimi
una carezza il giorno.
Che le tue labbra di ninfa
mormorino vaticini propizi sul
tramonto della nostra vita, noi
legati a tanti alberi
per non essere trascinati negli
abissi dai vortici del tuo canto,
tra i faraglioni, qui a vigilare
su questo mare incantato.

Capri, 20 marzo 2024


Trafitto, trafitto da un dardo,
la mente sospesa.
È Cupido? Tu pronta a darmi
una ragione di tanto amore?
Le tue pupille a trafiggere un
cuore solingo?
Non è amore?
E allora ben venga
un Getsemani, se con le mani
giunte, strette a te Angelo mio,
riuscissi a trarre parole, pensieri
sensati, per rompere il turbinio
del peccato, che spesso
ci conduce a lotte senza quartiere,
da non aver più paura neanche
del tanto sangue versato.
Trafitto, trafitto da un dardo,
forse era amore?
O solo l'ebbrezza d'un sogno?

Trieste, 11 aprile 2024

UNA DECIMA MUSA

Hai sempre cercato
di volare in alta quota
tra i cumulonembi
e non sei mai stata
un corèuta e, pur avendo
sempre ammirato le danze
all'unisono dei neri storni
d'estate, infiniti i disegni
nel cielo, un miracolo
della natura i loro volteggi,
hai sempre invocato il bello
da sola, neanche corifèo
a dirigere un coro, amando
tu la lirica di Saffo, lei divina
nell'arte delle parole, prima
su tutti i poeti, a cantare
l'amore eterno, tormentato,
sublime,
al punto che una sola sua
poesia valeva come mille
in giro per l'aria, così forte
l'istinto di correre tanto in alto,
mai negli stormi, sempre da sola.

Trieste, 16 aprile 2024


In quell'immagine sbiadita,
fuori fuoco, tremolante,
colpisce l'evanescenza tua,
lo sguardo sicuro, solo quando
indaghi l'animo umano, in tutte
le sfaccettature, come una pietra
opale, ora trasparente, ora rosa,
ora nera, bianca come il latte
o gialla o rossa.
Un'anima la tua, tormentata,
ma prona alla bellezza, sempre
alla ricerca della verità,
col coraggio di chi crede.

Trieste, 20 aprile 2024

COME ALCESTI

Un inno canterei
in questa notte silente,
un peana di gioia
per averti ritrovata,
tu che per sempre sembravi
perduta tra le fitte nebbie,
che a volte avvolgono il cuore.
Che le divinità proteggano
ciò che vi è di più caro per noi,
la libertà, la concordia
e la pace dei sensi,
davanti a ciò che è vero amore.

Trieste, 21 aprile 2024

A UNA DONNA

In te, alla luce incerta dell'aurora,
non vedo un narciso effimero pieno
di sé, sconfitto poi nella vita,
una donna, invece, capace di dare
se stessa e di ascoltare le mie parole,
al sottile, tenue, suono zen d'un flauto
tibetano, che distende gli spiriti volti
alla meditazione, che è trascendenza,
nient'altro che trascendenza,
che non si mischia e non si confonde
con tanta materia grezza intorno.
Nella penombra più intima della mia
anima, sarei capace di cogliere in pieno
la tua essenza di donna libera?
Il tuo essere unico è solo per chi sa
leggere nei tuoi occhi, in un Caffè
o per strada, l'invisibile, l'interiorità,
in un battibaleno.
Ora, amore mio, nel tremolio delle tue
lacrime, vorrei sostenere il tuo sguardo
triste, per scandagliare la tua anima
inquieta, malinconica, per arrivare
a capirti fino in fondo, la tua, una vita
trascorsa più nel dolore che nella gioia,
sulle spalle i drammi dell'uomo
del nostro tempo, in balìa dell' assurdità
dell'esistenza, un mistero la vita per tutti
noi.

Trieste, 3 maggio 2024                                        

GIACOMO GARZYA 




 


Giacomo Garzya ritratto da sua figlia Maguy, Grignano 12 Marzo 2023


 

Isola Mauritius, Le Morne, 21-29 luglio 2008 (foto di Giacomo Garzya)

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